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COME È NATO CONNECTED MEMORIES
di/by francesco.michi

L'idea di Connected Memories mi è venuta più di un anno fa, maturata nell'estate, in Grecia, e definita poi nel dicembre. Poi c'è voluto ancora tempo perché fosse finita la programmazione e l'impostazione grafica. Sono lento: ho paura di sbagliare, ho paura di forzare in qualche modo il progetto e di portarlo verso una forma che non è la sua, di non seguirlo abbastanza nel suo evolversi e di potare alcune sue possibilità.
E poi il pensiero deve maturare e, quando si può, trovare il suo proprio tempo per venire alla luce. Capisco che può sembrare fuori luogo (o fuori-moda, o fuori-tempo) specialmente nel veloce mondo di Internet dove si è soliti considerare che tutto si brucia in poco tempo, ed ogni idea trovata, se non ha subito una applicazione, rischia di essere trovata da qualcun altro , applicata, ed in men che non si dica completamente sfruttata.
Ma è lo stesso; è importante prendersi tempo e non cadere nel tranello che sta dietro l'idea dell'obsoleto. In tanti anni di frequentazioni con la musica elettronica, ancora non mi sento in grado di considerare obsoleto un vecchio sintetizzatore analogico. Ogni macchina ha la sua potenzialità, la sua originalità e, perché no, la sua poetica, che risiede nel suo modo di funzionare.
Connected Memories scaturisce da una mia esigenza, diciamo ,biografica, cui si unisce una forte suggestione musicale.

Cominciamo con quella che ho chaimato esigenza "biografica", o magari autobiografica, più precisamente.
Intorno ai cinquanta anni ho cominciato a pensare alla vita e alle persone che hanno condiviso con me frammenti della vita. Ho cominciato a pensare alle esperienze fatte, a quelle che investono l'esperienza di altre persone, individui o gruppi o masse., e ho avuto l'impressione che la mia memoria mi stia offrendo solo una versione "trasformata" degli eventi, le mie "versioni". Chissà come uno stesso episodio, o uno stesso periodo sono stati vissuti dagli altri, da chi era con me, o da chi comunque semplicemente "c'era".
Ho pensato così ad una sorta di blog, di deposito di memorie, attraverso cui sia possibile collegare più pensieri, più memorie relative ad un evento, o più eventi relativi ad un pensiero o emozione. Ricostruire eventi mettendo insieme più riflessioni e punti di vista.
Non si tratta di ricostruire una unità, ma di raffrontare le diversità.
Attraverso le pagine elettroniche di C.M. è possibile descrivere le proprie memorie, offrirle agli interventi degli altri ed invitare a fornire contributi chi conosciamo ed ha con noi vissuto un certo momento.


E POI UNA SUGGESTIONE MUSICALE, o più propriamente acustica.
Fa parte del pensiero che mi spinge ad essere attivo in questi ambiti ( e non voglio definire precisamente di che ambiti si tratta) lo sforzo di invitare a considerare alcuni contenuti e forme della nostra esperienza (se non addirittura tutte) usando quello che potrei definire "senso estetico". Non intendo senso estetico (o non solo) come gusto o piacere dei particolari, ma come tutto quel complesso di criteri e schemi di valutazione che mettiamo in atto quando ci troviamo nella situazione privilegiata (davanti ad un quadro, ad un concerto, a teatro ecc) che convenzionalmente ce ne richiede l'uso. Io credo che ciò che abbiamo imparato a dirottare e che dunque abbiamo circoscritto a criterio di valutazione adatto solo ad alcuni momenti ben definiti, possa essere utile e "sano" tentare di liberare da quelle strettoie e riportarlo a metro con cui giudicare e gustare molti più momenti ed eventi della vita stessa, in particolare quelli che hanno a che fare col tempo e con l'esperienza.
E non sono solo ad auspicare la "nascita" una possibile estetica degli eventi, ho imparato e condiviso questa aspirazione dai miei maestri (in particolare Albert Mayr e Pietro Grossi) e con coloro con cui ho più vivacemente collaborato (Domenico Cena, Jorge Martinez, Luca Miti, Anton Roca, fra gli altri)
Per il mondo di Connected Memories è secondo me utile e stimolante, a questo scopo, usare come suggestione una metafora musicale, o acustica.
La musica, se la si vuol vedere da un punto di vista piuttosto ampio, è una giustapposizione di eventi nel tempo. E nello spazio. Ogni spazio risponde ai suoni in un modo diverso, ogni punto, in uno ipotetico spazio tridimensionale, esalta una certa frequenza. E ancora, molto dipende dal punto in cui si trova l'ascoltatore.
C.M. non ha a che fare con i suoni in senso stretto, ma usa la musica e ciò che a lei è connesso, lo spazio, il tempo, il succedersi e l'accadere degli eventi, come una chiave di lettura suggerita.

Immaginiamo allora lo spazio delle memorie di Connected Memories come una stanza molto grande, come la cattedrale di una comunità libera e virtuale, come una cattedrale quando è eccitata acusticamente. Consideriamo le memorie come le sue frequenze di risonanza e immaginiamo che una memoria che ha più "figli", cioè memorie ad essa connesse, come una frequenza di risonanza molto forte, veramente capace di far vibrare per simpatia molte altre memorie sulle sue armoniche. Un "drone".
E così ho avuto voglia anche di costruire un modello in due dimensioni e poi addiritturta in tre dimensioni, navigabile, per meglio chiarire questa immagine.

Spero che Connected Memories possa essere interessante ed anche un gioco stimolente e curioso, spero che l'invito a partecipare venga accolto da molti, di tanti ambienti e zone geografiche e lingue diverse e che fra breve sia possibile navigare in un "universo" di segni, appunti, ricordi, diari. Spero che Connected Memories possa suggerire nuove interpretazioni dell'eperienza e delle esperienze, collocandole in dimensioni inedite. Io sono affascinato da questa prospettiva.



 


 
 

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