riferimento temporale/time reference : intorno alla fine degli anni 50


Lungo l'argine

Ero piccolo. Era il periodo in cui andavo all'asilo dalle monache (mi è toccata anche questa). Restavamo all'asilo dalla mattina presto fino a metà pomeriggio. In serata spesso andavo con mio zio Osvalsdo, che in realtà era lo zio di mia madre e che viveva con noi, a fare passeggiate sull'argine dell'Arno, a San Giovanni Valdarno, dove vivevo.
L'argine era un lungo e stretto viottolo che costeggiava ad una certa distanza il fiume, era contornato di alberi alti e dal tronco chiaro, dai quali io e mio zio staccavamo dei rametti, li incidevamo col suo temperino e li usavamo come bastoni per la nostra passeggiata.
Un cane boxer che bazzicava in quei posti e che noi avevamo battezzato "Boccanera" spesso ci accompagnava.
L'argine sfociava poi in una costruzione che fu un tempo una sala da ballo, ai tempi del fascismo, e che si chiamava "il Ragno d'Oro". Ricordo che c'era ancora qualche tavolino semidistrutto dintorno alla pista da ballo all'aperto e una volta trovai un vecchio portacenere con l'effigie in rilievo di un ragno dorato.
Allora, lungo l'argine dell'Arno, si può immaginare, c'era puzzo, un puzzo un po' di roba marcia, un po' di fogna, fatto sta che mi rassomigliava all'odore del sugo della mensa dell'asilo delle suore, e così, in fondo, non mi dispiaceva.

E, come sempre in queste cose, se mi capita di risentire quel puzzo ancora oggi, beh, non lo sento proprio proprio come puzzo, ma sa sempre un po' anche di sugo.


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