Memoria spedita da/Memory sent by:
Alessandro Santini
il 24.2.2005




Chiunque può scrivere le sue memorie su Connected Memories _ Connected Memories è un tentativo di interpretare esteticamente le nostre memorie e la memoria in generale.
Nota: i testi che si inseriscono possono essere corretti, ma non cancellati

English

Anyone can write their own memories on Connected_Memories. Connected_ Memories is an attempt to aesthetically interpret our memories and memory in general.
Note: the inserted texts can be corrected, but not cancelled

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riferimento temporale/time reference : metà anni 60


Ricordo di infanzia

I ricordi più belli della mia infanzia risalgono alle vacanze che facevo con la nonna materna in un sconosciuto (allora) paesino dell’Amiata, Bagnolo, comune di Santa Fiora. Un paesino dove la persona più importante era il “dottore”, il bambino più antipatico era suo figlio ed andavamo con la bottiglia a comprare, la sera, il latte in una stanzuccia di una casa di pietra, vicina alla piazza della Chiesa.
Ed era festa quando oltre il latte si prendeva la scotta (il siero) o il raveggiolo.
Sono passati quasi 40 anni. Era un mondo diverso, più semplice.
Avevo un amico, un compagno di giochi. Con lui andavamo mattina e pomeriggio a giocare agli indiani, facendoci le penne con le foglie di castagno e le fruste coi polloni, oppure a fare marroni o castagne oppure a cercare funghi. E se ne trovava tanti. E mia nonna che veniva a cercarci con la frusta improvvisata a riportarci a casa come due puledri bradi.
Allora spesso non ci bastava il poggio sopra il paese che era un bosco di castagni. Allora andavamo oltre, oltre il limite consentito, invalicabile. Andavamo oltre la statale che da Santa Fiora porta all’Abbadia San Salvatore, transitata allora da rare auto e dai camion dei boscaioli. Era il limite imposto dai parenti (che si raccomandavano tanto), perché da lì iniziava il pericolo: di perdersi, delle vipere,….
Ricordo il vecchio cimitero e un “gippone” americano (che non era una grossa Jeep, come si intende oggi, ma il camion militare)della guerra usato dai taglialegna e i tronchi d’abete segati pronti al carico. E ci avventuravamo per il sentiero “pericoloso”, infilandoci nella foresta dove tutto era ovattato, dove regnava il silenzio che ti faceva parlare a bassa voce, l’odore del legno e delle resine, delle foglie marcite, dei funghi, l’aria frizzante e gli alberi enormi. Era una sensazione di magico, come di rispetto per qualcosa più grande di te. Questo è il ricordo più bello, non tanto un fatto di per sé, quanto quell’atmosfera magica. Il ricordo quasi fantastico di un luogo, di una sensazione che ancora mi emoziona.


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