Memoria spedita da/Memory sent by:
francesco.michi
il 3.7.2006



memory padre/father
Alice's restaurant
memories figli/sons
noi e gli altri - epico2

Vedi anche / See also
era il tramonto tiepido
Gatti e Susanna
LA FESTA DI COMPLEANNO - le emozioni della memoria
PUBBLICO REGISTRO AUTOMOBILISTICO

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riferimento temporale/time reference : 1972-2005


ristorante - alice - scala - susanna - epico1

Dopo un po' di tempo di arresto sono di nuovo a scrivere qualcosa su questo blog, sperando che qualcuno mi segua.
Più che un ricordo particolare è un'atmosfera che voglia rievocare e di un'emozione che vuole proporre. Notai quando apparve su questo sito il riferimento al ristorante di Alice, il film di Penn con Arlo Guthrie.
Mi è piaciuto che fosse tirato in ballo proprio quel film, che non ricordavo più, ma che è al tempo stesso mi sono accorto all'improvviso di ricordare eccome .
Ci muovemmo tutti dal Valdarno per venire a vederlo in città, a Firenze. Lo davano ad un cinema molto famoso a Firenze, allora: si chiamava Universale, era in San Frediano e aveva un'acustica pessima. Frequentato in modo singolare, da una legione di habitué, che avevano visto e rivisto più volte il film che come il cineforum ma senza discussione la sala proponeva.

E noi partiamo con due macchine e c'eravamo tutti, Beppe, Toto, Luciano, Sergio, Susanna sicuramente. Mangiamo sicuramente una pizza, dopo il cinema, come sempre.
Io mi vedo sulla porta di un bar che era quasi davanti al cinema con Susanna e Beppe. C'è qualcosa di viola, i nostri vestiti sono di lana.
Il film ci ricordava quella libertà e quei sogni dei quali ci sentivamo di far parte. Eravamo forse allegri quella sera.

Ho spulciato un po' per ritrovare quel film e devo ancora rivederlo, ma ricordavo la bellissima scena finale, nella quale Alice è sola, e ve la spedisco come promemoria.

Eravamo tutti musica, come si fa da ragazzi, eravamo sui vent’anni, e quella era la vita che eravamo in un certo senso orgogliosi di vivere. Una sorta di epicità nel nostro muoverci e nel nostro percepire il tempo. Oggi agiungerei, pur nella piccolezza dello spazio che occupavamo.

E qui vorrei riagganciarmi al testo di Beppe, uno degli ultimi apparsi i questo sito, e che cito nei “vedi anche”…… a proposito di quella scalinata sulla quale, nel racconto, erano seduti.
...e, se ho ben afferrato, a quella emozione che mi pare aver colto e che mi appare simile a quella che pervade momenti come quello, qua sopra, del “ristorante di Alice”

L’ultima volta che mi sono seduto su quella stessa scala è stato un anno fa, giusto all’inizio dell’estate scorsa.
Erano più di dieci anni che non tornavo in quella casa. Il fatto che mi trovassi in quella zona, che non bazzico più spesso, e che avessi avuto in regalo, per un appuntamento fallito, una splendida giornata di sole, mi spinse ad andare a trovare la madre di Susanna e i suoi fratelli, che vivono ancora in quella casa, la casa della scalinata che dicevo prima.
Sono rimasto con loro a pranzo, ho conosciuto i figli dei fratelli di Susanna e poi, con la madre e la sorella Sabina ci siamo seduti su quegli scalini a parlare e a guardare davanti a noi. (Sabina, che avevo rivisto alla festa del mio 50° compleanno. Mi aveva detto in quella occasione "ti non sei un ricordo della mia giovinezza. Ma della mia infanzia"!)
Ed ecco che ho rivissuto quell'emozione / esperienza di epicità, sia pur crepuscolare, una sorta di chiusura del cerchio. Questi momenti sembrano appartenere al tempo, come se la nostra esistenza acquisisse la dignità dell' "esserci", e si dilatasse al di sopra della realtà di essere uno fra tanti, fino ad una dimensione che ci vede in qualche modo "epici". Sì, ripeto, anche in una circostanza "crepuscolare" come quella citata.

P.S. il filmato è in WMV, spero non ci siano problemi di visualizzazione. Se ci fossero fatemelo sapere e lo rimedierò, ma non subito, perché sarò di ritorno ad agosto



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